PROPOLI
Il propoli è una
sostanza cerosa-resinosa che le api ricavano dalle gemme delle
piante visitate. Dal greco pro=davanti polis=città, il nome rinvia a
concetti di difesa della città. Infatti la sostanza ricavata dalle
api che raccolgono recuperando sostanze prodotte dalle gemme quale
barriera chimico-fisica contro l'intrusione di sostanze estranee
(batteri compresi). Il propoli ha una variata
composizione.
In molti testi propoli è
usato al femminile (la propoli). Il devoto Oli propone entrambe le
forme. Timiele ha scelto per i testi la forma maschile. Propoli
deriva da pro + polis = davanti alla città (protezione della città o
meglio dell'alveare).
Un normale popolo (40000
api) produce attorno a 150/200 g di propoli per anno.
L'apicoltore recupera il
propoli ponendo sulla sommità dell'arnia una griglia appositamente
studiata per favorire il deposito da parte delle api della preziosa
sostanza. Le api impiegano il propoli per chiudere piccoli pertugi
(isolazione contro correnti d'aria), per sigillare i telai
(collante) e per mummificare insetti che penetrano all'interno
dell'arnia e le api non riescono ad espellere perché troppo grandi
(involucro asettico e barriera biologica).
Le proprietà del propoli
sono ancora allo studio clinico.
Composizione
La composizione del
propoli varia parecchio a seconda della tipologia di piante
visitate:
-
resine e balsami
50-55%
-
cera 25-35%
-
olio essenziale 0,5%
-
polline 5%
-
altre sostanze 5%
La parte
resinosa-balsamica è composta da: |
La componenete
cerosa è composta da: |
Terpeni |
Acidi grassi |
Polisaccaridi e acidi uronici
|
Ossiacidi |
Aldeidi aromatiche (vanilina)
|
Lattoni |
Acidi aromatici (benzoico e
cinnamico) |
Acetossibetulenolo |
Cumarine |
Xantorreolo |
Acido caffeico, ferulico,
cumarico e loro esteri |
Acido sorbico |
|
Aminoacidi |
|
Vitamine del gruppo B (B1,
B2, B6, PP) , C, E |
|
Pterostilbene
|
La parte più studiata e di primario
interesse è quella polifenolica (flavonoidi). Sono stati
identificati flavoni, flavonoli, flavononi. L'elenco comprende:
crisina pinocembrina , tettocrisina
pinostrobina , galangina kempferide , isalpinina quercetina ,
ramnocitrina pinobanksina , pectolinarigenina sakuranetina
Proprietà
Il propoli ha diverse proprietà
farmacologiche, molte comprovate da documenti scientifici, altre
ancora allo studio. Le compagnie farmaceutiche non hanno nessun
interesse a lasciar sviluppare un mercato di un prodotto sostitutivo
e non sostengono ricerche finalizzate alla conoscenza approfondita
del propoli. I risultati non sono pubblicati e ricercatori che si
spingono in questa direzione non vengono supportati.
Proprietà batteriostatiche e
battericide
Numerose sperimentazioni hanno
dimostrato sia in vivo che in vitro la capacità del propoli in
soluzione alcoolica alla concentrazione dal 10 al 20% di inibire lo
sviluppo di vari ceppi batterici Gram positivi (Escherichia coli,
Proteus vulgaris, Mycocter¡um tubercolosis, Bacillus alvei, B.
alvei, B. larvae, B. subtilis e numerose salmonelle ). Tali
proprietà possono essere più o meno evidenti a seconda della
presenza nel propoli di acido benzoico, acido ferulico, galangina e
pinocembrina le cui proprietà antibatteriche anche a basse
concentrazioni sono da tempo note
Proprietà
fungicide
I preparati a base di propoli sono
risultati particolarmente attivi contro infezioni (Candida),
saccaromiceti, tricofili, e microspori in grado di provocare
numerose affezioni parassitarie (micosi) sull'uomo e gli animali.
Tale azione sarebbe dovuta alla presenza di acido caffeico,
pinocembrina, pinobaucsina e benzii-p-cumarolo. Ilpropoli svolge
azione fungicida anche nei riguardi di alcuni funghi che attaccano
il mondo vegetale. Applicazioni in casi di attacchi fungini alle
mani hanno portato alla sparizione dei funghi e dei disturbi in
poche settimane.
Proprietà antivirali
IlPropoli svolge un'azione di
inibizione nei confronti di alcuni tipi di herpers, il corona virus
e circa 10 tipi di infezioni virali. Tale proprietà sarebbe
dovuta essenzialmente alla frazione idrosolubile del propoli.
Proprietà cicatrizzanti
Da sempre il propoli è stata impiegata
sottoforma di unguento come cicatrizzante grazie alla notevole
capacità di stimolo della rigenerazione dei tessuti in caso di
ferite e piaghe.
Proprietà immunostimolanti
L'impigo del propoli potenzierebbe
l'azione dei vaccini (come quelli contro il tifo e paratifo) come
evidenziato da numerosi studi effettuati sui vitelli.
Proprietà vasoprotettiva
Sempre grazie aviazione dei flavonoidi
che costituiscono il cosiddetto "fattore P" il propoli svolgerebbe
un'azione di prevenzione della permeabilità e fragilità capiliare.
Proprietà antiossidanti e
antiirrancidenti
La presenza di fenoli consentirebbe
l'impiego della propoli anche nella conservazione dei grassi e degli
alimenti in genere in sostituzione degli additivi chimici. Oltre
a queste proprietà la propoli assunta per via interna migliorerebbe
la secrezione dei succhi gastrici, è diuretica, favorisce
l'assimilazione della vitamina C, funge da antisenile per l'effetto
antiossidante e attivante dei complessi enzimatici. Attualmente
il maggior impiego della propoli rimane comunque quello esterno come
disinfettante, cicatrizzante e lenitivo, attraverso soluzioni,
unguenti e pomate. L'uso interno è ancora limitato al livello
sperimentale anche a causa delle maggiori implicazioni e della
difficoltà di utilizzare preparati titolati.
Proprietà
anticarie
I flavonoidi hanno attività
antimicrobica verso lo Streptococcus mutans (ma anche sobrinus,
cricetus) e inibiscono l’attività della glucosil trasferasi, che è
la principale responsabile della carie nell’uomo, tutto ciò permette
al propoli di essere considerata anticariogena, in oltre viene anche
impiegata in vari problemi stomatologici, tra cui periodontiti,
piorree, ascessi, lesioni della polpa dentale.
Proprietà
anticancerosa
Il propoli ha un’efficace azione
antitumorale in vitro, comprovate in condizioni sperimentali. E’
stato provato che l’estratto etanolico di propoli ha effetto quale
antimutageno sulle daunomicine, benzopirene, aflatossine. Ha effetto
immunostimolante e inibisce la crescita di tumori della pelle,
frenando la sintesi di DNA. E’ noto che la replicazione del DNA
nelle cellule cancerose è maggiore che nelle cellule normali. Perciò
i composti che inibiscono la replicazione del DNA, colpiscono le
cellule cancerose maggiormente piuttosto che le cellule normali.
Proprietà antiulcerosa e
antigastrite
Questa caratteristica è dovuta ai
flavonoidi, che esplicano ben tre azioni: un’azione antisecretoria a
livello gastrico bloccando la sintesi dell’istamina, facendo
diminuire quindi l’acido cloridrico presente nello stomaco; una
azione antispasmodica e un’attività antibatterica nei confronti
dell’Helicobacter pilori, accusato di essere il responsabile o di
aggravare l’ulcera, queste proprietà sono dovute soprattutto alla
galangina e crisina. In più il propoli ha anche un’azione anestetica
locale che potrebbe contribuire alla diminuzione del dolore.
Interessante è una ricerca condotta nell’ospedale di Klosterneburg
dal professor Feiks, egli ha diviso in due gruppi i suoi pazienti
affetti da ulcera allo stomaco e duodeno, a un gruppo ha
somministrato la terapia tradizionale di farmaci, all’altro ha
aggiunto anche la tintura di propoli. Dopo due settimane il 90%dei
pazienti curati con il propoli non aveva più disturbi, contro il 55%
dei pazienti curati con la terapia tradizionale. Feiks ha anche
curato con la sola tintura di propoli 15 pazienti affetti da ulcera,
riuscendo a guarirne 14. Sono dati molto incoraggianti!
Proprietà
epatoprotettiva
I flavonoidi contenuti nel propoli
hanno anche un’attività protettiva sul fegato, essi proteggono le
cellule epatiche, diminuendo la loro degenerazione in caso di abuso
cronico d’alcool e da altri fattori degenerativi.
Controindicazioni
Fino ad oggi non sono conosciute
controindicazioni nell'uso del propoli. Sono conosciuti alcuni casi
di Ipersensibilità e di sensibilizzazione di carattere allergico.
Per motivi precauzionali viene clinicamente evitata la
somministrazione alle donne incinte per il motivo che i flavonoidi
sono generalmente da limitare a causa di effetti
possibili.
CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI MIELI UNIFLORALI
MIELE DI CASTAGNO
Castanea sativa
Si
produce in tutta l'Italia, dalle Alpi alla Sicilia, nelle zone di
media montagna.
Colore: da ambrato a quasi nero, secondo le zone di produzione.
Cristallizzazione: in genere assente o a grossi cristalli.
Odore:
forte e penetrante.
Sapore: simile all'odore, pungente all'inizio, poi più o meno
fortemente amaro a seconda dell'origine.
Usi:
come miele da tavola.
MIELE DI CORBEZZOLO
Arbutus unedo
Questo
miele particolare si produce in autunno, a seguito di estate
piovose, prevalentemente in Sardegna e nell'Italia centrale, nella
macchia mediterranea.
Colore: ambrato, con tonalità grigio verdi.
Cristallizzazione: quasi sempre irregolare; è un miele che fermenta
piuttosto in fretta.
Odore:
pungente, verde, simile ai fondi di caffè.
Sapore: decisamente amaro e caratteristico.
Usi:
non a tutti gradito, essendo un miele del tutto particolare.
MIELE
DI EUCALIPTO
Eucalyptus sp.
Viene
prodotto nell'Italia centro-meridionale, dove gli eucalipti sono
stati piantati come siepi frangivento o per rimboschimento.
Colore: ambrato medio, nel cristallizzato tende al grigio.
Cristallizzazione: a grana fine e consistenza compatta.
Odore:
intenso, di funghi secchi.
Sapore: forte, simile all'odore, ma più gradevole, ricorda le
caramelle inglesi alla liquirizia.
Usi:
come miele da tavola.
MIELE DI
TARASSACO
Taraxacum officinale
Viene
prodotto all'inizio della primavera se le colonie di api sono
sufficientemente sviluppate al momento di questa fioritura. Zone
tipiche per questa produzione sono Lombardia e Piemonte.
Colore: giallo vivo o beige crema, se in miscela con miele di
salice.
Cristallizzazione: molto rapida e in genere a cristalli finissimi.
Odore:
molto intenso, quasi ammoniacale.
Sapore: simile all'odore.
Usi:
come miele da tavola, per chi ne apprezza il gusto.
MIELE DI
TIGLIO
Tilia
sp.
Viene
prodotto sui tigli selvatici alle pendici delle Alpi, spesso in
miscela con miele di castagno e sulle alberature di viali e parchi,
se sufficientemente estesi. E' spesso in miscela con quantità più o
meno abbondanti di melata della stessa origine.
Colore: da chiaro a piuttosto scuro, a seconda del contenuto in
melata.
Cristallizzazione: molto spesso a grana grossolana.
Odore:
tipico mentolato.
Sapore: simile all'odore, medicinale, con leggero retrogusto.
Usi:
come miele da tavola.
MIELE DI TIMO
Thymus
sp.
I
diversi tipi di timo della flora spontanea italiana partecipano alla
composizione di molti mieli multifiorali. Un miele di timo
uniflorale si produce in Sicilia, nelle zone montuose dell'interno.
Colore: ambrato medio.
Cristallizzazione: variabile.
Odore:
molto intenso, fra il floreale e il "chimico", può forse ricordare
il timolo.
Sapore: altrettanto forte quanto l'odore.
Usi:
come miele da tavola.
Il miele
La vita produttiva
dell'alveare ruota attorno alla figura dell'ape operaia, la quale
nella prima fase della sua vita (fino a 16-17 giorni) non esce
dall'alveare e si occupa della pulizia e del mantenimento di questo,
della nutrizione della regina (che non esce mai, se non per il volo
nuziale o quando lo sciame si divide e una regina va via con una
nuova famiglia) e di ricevere il nettare dalle api bottinatrici.
Queste, infatti, quando fanno ritorno al nido con il nettare
provvisoriamente depositato nel protoventricolo, rigurgitano il loro
bottino nella bocca di un'ape di casa, la quale farà lo stesso con
una sua compagna; questo scambio, tra le due api di casa, si
ripeterà per una ventina di minuti (mentre la bottinatrice riparte
alla volta di un nuovo rifornimento): in questo modo il nettare si
combina con le sostanze prodotte dalle api e perde una parte
dell'acqua che lo compone, anche grazie al clima caldo e secco che
regna negli alveari; a questo punto il miele, a uno stadio ancora
molto liquido, sarà deposto in una delle cellette te, e resterà lì
ad asciugarsi ancora fino a quando non sarà considerato abbastanza
povero d'acqua da permetterne la conservazione; quando questo
avviene (ovvero quando il contenuto in acqua si aggira intorno al 18
per cento) la celletta viene sigillata con un "coperchio" di cera,
l'opercolo. Con il passaggio del nettare da un'ape all'altra avviene
anche un livellamento del tenore zuccherino: infatti le differenze
di composizione tra nettari di diversa origine botanica sono molto
più evidenti rispetto ai mieli che ne derivano, in particolar modo
per quel che riguarda gli zuccheri. Il prodotto finale elaborato
dalle api sarà un prodotto composto al 83 per cento da zuccheri, e
di questi il 90 per cento sarà costituito da glucosio e fruttosio.
Se prevale il primo si avrà un miele con tendenza a cristallizzare;
se prevale il secondo si avrà un miele più liquido e di più
difficile e lenta cristallizzazione. Ma la tendenza alla
cristallizzazione è propria di tutti i mieli, con alcune rare
eccezioni, poiché essi, dal punto di vista chimico non sono
null'altro che soluzioni soprassature, ovvero contengono più
zucchero di quanto ne possa rimanere stabilmente in soluzione.
Proprio a causa del suo alto contenuto in zuccheri il miele ha una
notevole capacità igroscopica, ovvero tende a raggiungere uno stato
di equilibrio igrometrico con l'ambiente in cui si trova: in un
ambiente umido assorbirà acqua, in un ambiente secco la perderà.
L'intervento dell'uomo sul miele è minimo. Una volta che il miele
avrà perso una consistente percentuale della stia acqua (ma questo
sto lo stabiliscono le api, e lo segnalano con la chiusura della
cella), al produttore non resta che estrarlo dal favo e purificarlo
prima di confezionarlo. La prima fase della lavorazione è la
disopercolatura, ovvero l'apertura delle cellette, che avviene
tagliando tutta la parte superiore del favo oppure con macchine
apposite. quindi si passa all'estrazione vera e propria tramite
sinelatori centrifughi, che oggi vengono fabbricati in acciaio
inossidabile essendosi rivelati poco idonei quelli in lamiera
zincata. Gli smelatori consentono di non danneggiare i favi che così
possono essere riutilizzati a meno che non si voglia adoperarne la
cera, immergendoli in acqua calda in modo che il miele residuo si
sciolga e la cera si fonda e si separi dal miele, per poi essere
raccolta e messa negli stampi. Le operazioni di smielatura, come è
intuibile, avvengono più facilmente se il miele è sufficientemente
fluido, e quindi se la temperatura si aggira intorno ai 30 gradi:
ecco perché è bene che passi il minor tempo possibile dal momento in
cui i favi vengono sottratti agli alveari (dove la temperatura è di
circa 38 gradi). La disopercolatura e la centrifuga causano
l'immissione nel miele di piccole particelle di cera e di bolle
d'aria che richiedono una successiva purificazione, che può avvenire
per decantazione (le impurità come la cera, l'aria, piccole
particelle di insetti, particelle metalliche o minerali, sono più
leggere o più pesanti del miele e quindi tendono a concentrarsi in
superficie o sul fondo) o per filtrazione tramite filtri a sacco in
rete di nylon; questa tecnica però non risolve il problema delle
bolle d'aria, che possono essere eliminate solo con la decantazione.
Il Polline
E' un alimento cosiddetto completo perchè è una miscela
perfettamente bilanciata di aminoacidi, vitamine, sali minerali,
enzimi ed acidi grassi.
Esso è pertanto fondamentale nelle diete, soprattutto
nell'alimentazione vegetariana, essendo il suo apporto proteico
sovrapponibile a quello della carne, privata però di tutti i grassi.
E', pure ricco di vitamine e di flavonoidi.
COMPOSIZIONE
Zuccheri semplici e complessi, vitamine (A, Gruppo B quasi completo,
C, D, E), lipidi, proteine (contiene tutti gli aminoacidi
essenziali) minerali (potassio, ferro, magnesio, zolfo, cloro,
fosforo, manganese, calcio, silicio, rame), pigmenti ed enzimi.
Gli studi più recenti hanno dimostrato che per la sua composizione
si tratta di un alimento completo, tanto che, in teoria, se ci si
alimentasse esclusivamente con polline non si rischierebbero
malattie da carenze alimentari.
PROPRIETA'-GENERALI
Tonificante e stimolante, dà senso di benessere ed euforia;
riequilibrante delle funzioni organiche (soprattutto nervose,
endocrine e intestinali); disintossicante generale.
APPLICAZIONI-CURATIVE-GENERALI
Gravidanza ed allattamento, stress da lavoro prolungato sia fisico
che mentale; aumento delle difese immunitarie; astenia, depressioni
nervose, convalescenze, nevrastenie; dimagrimento e stati di
magrezza, rachitismo, ritardi di crescita, senescenza ed
invecchiamento precoce.
La pappa reale
E' nutrizionalmente importante almeno quanto il polline per
l'elevata quantità di vitamine della crescita, gruppo B, in
particolare di acido pantotenico (B5), la cui concentrazione in
questo alimento ne supera qualsiasi altra.
•
La Pappa reale rappresenta il prodotto di escrezione del sistema
ghiandolare cefalico ( ghiandole ipofaringee e mandibolari) delle
api operaie, tra il 5° e il 14° giorno della loro esistenza.
•
Esso costituisce il nutrimento esclusivo: di tutte le larve della
colonia, dal loro schiudersi fino al terzo giorno della loro
esistenza.
•
Delle larve destinate a diventare regine sino al 5° giorno della
loro esistenza.
•
Della regina per tutto il tempo della sua vita dal giorno in cui
lascia la cella reale.
Perché la regina, nata da un uovo identico a quello di un’operaia, è
due volte più grossa?
Perché questa regina può vivere sino a 5-6 anni, mentre l’ape
operaia non supera i 45 giorni?
Come mai la regina è capace di deporre sino a 2000 uova al giorno
per anni?
Le
caratteristiche
·
Prodotto biancastro con riflessi madreperlacei, consistenza
gelatinosa, sapore, acido, leggermente zuccherino.
·
Assoluta innocuità di questa sostanza
·
Vantaggi nutritivi, e metabolici.
·
Ha odore caratteristico ( tipo fenolo).
·
E’ parzialmente solubile in acqua.
·
Ha un pH vicino a 4 (sapore-acido).
(Ed è ciò che gli permette di conservarsi bene). |