Aloè Vera: Caratteristiche Generali ed Impieghi


 

 

Spesso chiamata la Pianta del Miracolo oppure il Guaritore Naturale, l'Aloè Vera ci riserva infinite sorprese. Il nome latino è Aloè Ferox e, poiché confusa con l'agave e con il cactus, si pensa comunemente che appartenga alla famiglia delle cactacee, mentre fa parte di quella delle liliacee. L'Aloè Ferox (o Selvatica) cresce nella regione vergine (e, sotto il profilo paesaggistico, idilliaca) del Capo, in Sud Africa, e sopravvive dove altre piante appassirebbero e morirebbero, potendo chiudere i pori per impedire la perdita di umidità. Grazie alla sua composizione l'aloè selvatica è una vera e propria farmacia portatile, ma nonostante ciò, in questa epoca dominata da antibiotici e cortisone, è caduta in disuso. Ne esistono oltre 200 varietà ma è l'Aloè Barbadensis Miller (Aloè Vera) la pianta che ha la maggior utilità per l'uomo.


 

Storia dell'aloè

Nessuno può affermare con certezza da quanto tempo l'Aloè venga considerata una pianta medicinale. Uno dei primi esempi di uso farmacologico è riportato inciso su una tavoletta di argilla sumerica che risale al 2100 a.C, ma esistono raffigurazioni di tale pianta sui muri dei templi dell'antico Egitto che risalgono al 4000 a.C. Quale sia la verità riguardo il primo uso documentato, non c'è assolutamente alcun dubbio, in quanto è riportato dalle cronache, sul fatto che l'aloè abbia svolto un ruolo di primaria importanza nella farmacologia di molte antiche civiltà. Esistono prove inconfutabili dell'uso di questa pianta come agente terapeutico in qualsiasi luogo della terra, dall'Europa meridionale al Medio Oriente, dal Nord Africa all'Asia, dall'Estremo oriente alle Americhe.

Uno dei resoconti più dettagliati compare sul "Papiro di Ebers     , uno scritto egiziano risalente al 1550 a.C, dove sono documentate una serie di formule per l'uso dell'aloè (miscelata ad altri prodotti naturali) nella cura di vari disturbi sia interni che esterni. Gli antichi egizi chiamavano l'Aloè la pianta dell'immortalità e vi sono testimonianze sul suo uso nel processo di imbalsamazione e nei riti di inumazione dei Faraoni. Esistono anche ben documentate testimonianze che riguardano due delle regine egizie più famose, Nefertiti e Cleopatra, rinomate per la loro bellezza, delle quali si narra che usassero fare i bagni immerse nel succo di Aloè, miscelato con latte di capra. Intorno al 600 a.C. l'Aloè raggiunse la Persia e l'India introdotta dai mercanti arabi e, ancora oggi, le tribù beduine e i guerrieri Tuareg del Sahara conoscono questa pianta come giglio del deserto4 . Intorno al 500 a.C. l'isola di Socotra (vicino al corno d'Africa) sviluppò la reputazione di grande produttrice di Aloè e una leggenda narra che Alessandro Magno conquistò l'isola per assicurarsi una continua fornitura di aloè per curare le ferite dei propri soldati.

Tuttavia, per il primo reale riferimento all'uso farmacologico, dobbiamo affidarci all'Erbario di Dioscoride (41-68 d.C), medico greco che sviluppò la propria abilità e le proprie conoscenze al seguito dell'esercito romano di quel tempo. Egli scrisse ciò che probabilmente è la prima descrizione dettagliata dell'Aloè, notando che il contenuto delle foglie poteva essere impiegato per la cura dei foruncoli e delle emorroidi, per irritazioni al prepuzio, per ammorbidire la pelle secca, per irritazioni alle tonsille, alle gengive e alla gola, per le contusioni e per fermare le emorragie. Le proprietà terapeutiche dell'aloè sono, come già detto, conosciute da molte centinaia di anni e nel vangelo di Giovanni (19,39), si narra di come Nicodemo tentò di curare le ferite di Gesù - una volta deposto dalla croce - con una mistura di mirra ed Aloè. L'apostolo Tommaso si fece mandare la pianta dall'India e la fece conoscere al mondo. Si racconta che l'aloè ristabilisca l'equilibrio tra i tre Doshas (Kafa, Vata e Pitta) ed è grazie alla medicina ayurvedica che le preziose conoscenze dei suoi effetti sono arrivati fino a noi .

I Greci, i Romani e i Fenici hanno lasciato innumerevoli consigli sugli effetti preventivi e curativi di questa pianta e, più tardi, Marco Polo, durante i suoi viaggi in India e in Cina, trovò delle grandi distese di aloè vera e imparò ad usarla dalla medicina orientale . Gli indiani d'America la consideravano come un guaritore muto e per fare i trattamenti con le sostanze ricavate da questa pianta si basavano sui cicli lunari. Per amplificarne l'effetto, ancora oggi, essi usano queste regole: se il corpo è affaticato e privo di energia (quando mancano certe sostanze), il succo deve essere assunto giornalmente dalla luna nuova al plenilunio. Se si desidera eliminare certe sostanze dal corpo (ulcere o una cura depurativa), il succo deve essere preso dal plenilunio alla luna nuova. Sono necessarie due settimane di interruzione prima di riprendere il trattamento.

Nel medio Evo e nel Rinascimento l'uso medicinale dell'aloè si diffuse in tutto il mondo, soprattutto nelle regioni settentrionali d'Europa, ma poiché essa prosperava solo in climi molto caldi, non venne apprezzato dai popoli nord-europei, sebbene crescesse in abbondanza in Spagna, Portogallo ed Italia, dove era tenuta, in ogni caso, in grande considerazione. Le conoscenze sulla "pianta miracolosa" sono state tramandate di generazione in generazione e dove essa cresceva spontaneamente, veniva venerata per le sue proprietà medicinali e per i suoi apparentemente poteri magici di guarigioni. L'aloè è stata conosciuta attraverso i millenni ed è passata alla storia nelle culture e civiltà più diverse come pianta del mito e della magia, servendo anche come pianta medicinale, ma senza un adeguato apporto scientifico. Il suo utilizzo a scopo terapeutico è stato descritto da diversi naturalisti e medici dal II secolo d.C. fino al XVII sec, sebbene le analisi chimiche su materiale organico fossero virtualmente sconosciute fino al XIX sec7.

Usi tradizionali nell'Africa del Sud

I primi abitanti dell'Africa del Sud, dove ci sono circa 130 differenti specie di

aloè e alcune di esse crescono solo localmente, conoscevano una grande varietà |

di utilizzi della pianta. Siccome le diverse tribù africane dovevano spesso

percorrere delle lunghissime distanze per incontrarsi, la popolazione utilizzava

la specie più prossima all'area d'insediamento. Il risultato era comunque valido,

indipendentemente dalle specie utilizzata. Ad alcune specie gli indigeni

attribuiscono un potere mistico, così come la facoltà di proteggere dalle malattie

e dai nemici. I membri della tribù dei Pondons rinfrescavano la loro pelle con

l'aloè aristata, sfruttandone l'effetto eutrofico e tonificante. Le tribù dei Xhosa e t*r*

dei Suthos utilizzano la polpa delle foglie e il succo giallo (contenente aloina)

dell'Aloè saponaria e dell'Aloè terrier, per curare diverse malattie parassitarie,

mentre la più conosciuta tribù degli Zulù combatteva i vermi intestinali con l'aloè marlothii. L'Aloè ferox e

saponaria erano da tutti gli indigeni usate per medicare piaghe infette, ustioni, eczema. Il trattamento

consisteva nel tagliare una foglia fresca e nell'applicarla direttamente sulla parte interessata. Le suddette

tribù utilizzavano il succo amaro anche in caso di infiammazioni o infezioni agli occhi, come purgante e

come aiuto per la digestione.

Composizione chimica ed azioni preminenti

I principi attivi dell'aloè sono costituiti da antrachinoni catartici; questi composti sono principalmente dei C-glicosidi, in particolare barbaloina, che è un glucoside dell'aloè-emodina. La maggioranza delle specie ne contiene tra ili 0 ed il 20%, ma alcune raggiungono il 30%. Si è scoperto che una singola pianta di A. vera (A. barbadensis) da Mannar (Sri Lanka) conteneva nel succo il 57% di barbaloina. La concentrazione più alta di barbaloina si trova negli essudati delle foglie giovani mature, mentre decresce nelle foglie più vecchie verso la base della pianta. La concentrazione degli antraglicosidi varia a seconda dei tipi di aloè tra il 4,5 e il 25% di aloina. Altri costituenti presenti comprendono aloesina ed il suo aglicone aloesone (un cromene), 8 antrachinoni liberi (ad esempio aloe-emodina) e resine.

La composizione del gel11 di aloè vera non è stata ancora chiarita. Finora gli studi hanno indicato che il gel è costituito da più di un tipo di polisaccaride. Mentre secondo uno studio vi erano almeno quattro differenti glucomannani parzialmente acetilati con legami interglicosidici altri presentavano un galattano acido, mannano, glucomannano, arabinano e/o glucogalamannano. Secondo gli studi in ciascun polisaccaride varia molto il rapporto degli esosi. Altri costituenti riscontrati o comunque considerati presenti sono altri polisaccaridi (contenenti galattosio, xilosio e arabinosio), steroidi, acidi organici, enzimi, principi ad attività antibiotica, amminoacidi, "stimolatori biogenici", saponine di tipo "ormoni cicatrizzanti" e sostanze minerali. I polisaccaridi costituiscono lo 0,2-0,3% del gel fresco e lo 0,8-1,2% della materia essiccata. Nel prodotto finito l'autodegradazione dei polisaccaridi del glucomannano produce principalmente dei mannani. I polisaccaridi del gel, costituiti principalmente da mannosio e glucosio in rapporto 1:3, possono degradarsi in 48 ore a temperatura ambiente, con una diminuzione del contenuto in glucosio ed un aumento del rapporto mannosio:glucosio fino a >10. L'aggiunta di un polisaccaride solfatato di origine algale (estratto da una specie di microalga rossa) ha condotto ad un'inibizione della degradazione e ad un imbrunimento del polisaccaride dell'aloè. È stato suggerito che la carbossipeptidasi, un enzima carbossipeptidasi trovato in A. arborescens ed in altre specie, sia il principale agente antitermico delle specie di aloè.


 

Tuttavia, per praticità, va ricordato che il principio attivo più importate sembra essere l'aloina12 (chiamata

anche barbaloina dal momento che si trova solo nell'Aloè barbadensis) che in effetti è un C-glucoside dell'emodina e cioè uno zucchero complesso. I chimici l'hanno descritta come un misto di due

diasteromeri: l'aloina A e l'aloina B. Il succo e la sua efficacia è dovuta all'emodina, che non

contiene zuccheri e se amaro,

bruno-giallastro, estratto dalle foglie, è un lassativo assunta durante la gravidanza può provocare l'aborto (ecco perché non si possono assumere lassativi a base di aloina in particolar modo durante i primi tre mesi di gestazione). L'aloina di per sé sarebbe leggermente lassativa, ma viene trasformata in emodina (antrone), potentemene catartica, per azione dalla microflora intestinale dell'uomo. Quantità infinitesimali di succo amaro si rivelano efficaci anche in caso di certe forme di artrite e affezioni reumatiche; le ricerche relative a queste terapie sono ancora però all'inizio

Caratteristiche dei preparati e studi clinici

La "purezza" dei preparati è variabile: la separazione meccanica tra le due fasi non è sempre completa e talvolta il gel19 di Aloè vera contiene proporzioni variabili di succo. Sarebbe preferibile utilizzare gel puro, dati gli effetti potentemente lassativi del succo; in ogni caso la stabilità dei principi contenuti nelle preparazioni di Aloè è precaria e si riduce progressivamente con il passare del tempo; questo provoca differenze notevoli nella potenza del prodotto da lotto a lotto. Sebbene alcuni produttori reclamizzino speciali procedure di stabilizzazione, la migliore fonte di gel di Aloè resta la polpa estratta direttamente dalla foglia di una pianta viva. Il gel di Aloè è stato utilizzato come trattamento locale per ferite, piccole ustioni o irritazioni della pelle; in realtà la sua applicazione predominante è come ingrediente di taluni cosmetici.

Il succo di Aloè, invece, assunto per bocca, è stato propagandato come rimedio per la stitichezza, la tosse, il diabete, il cancro, le cefalee, le artriti, sindromi da immunodeficienza, le ulcere, le piaghe e vari tipi di ferite. Non tutte queste azioni sono giustificate in relazione ai componenti attivi. Gli antrochinoni e gli antroni contenuti nel succo di Aloè producono il loro effetto lassativo aumentando la peristalsi intestinale e aumentando il contenuto d'acqua intestinale agendo con l'apertura dei canali del eloro nelle membrane cellulari della mucosa del colon, che provoca la riduzione del riassorbimento idrico nell'intestino. I glicosidi antrochinonici raggiungono per lo più indigeriti l'interno del colon, sebbene possano essere in piccola parte parzialmente metabolizzati da enzimi della flora batterica intestinale. L'effetto clinico è caratterizzato da più frequenti evacuazioni di feci di consistenza molle. La gran parte degli studi scientifici sugli effetti lassativi dell'Aloè riguarda comunque l'impiego di questo rimedio in combinazione con altri lassativi come la celandina o lo psyllium.

Gli effetti collaterali dell'Aloè, soprattutto legati ad assunzione di dosi eccessive, sono dolori addominali, diarrea e squilibri elettrolitici. Pochi studi hanno investigato la supposta capacità di favorire la guarigione delle ferite con l'assunzione per bocca di gel di Aloè. Un lavoro ha dimostrato una migliorata cicatrizzazione nei topi, attribuita ad un aumento del flusso ematico capillare nell'area della lesione. Negli anni 70 due diverse commissioni della Food and Drugs Administration conclusero che non c'erano evidenze sufficienti a considerare efficace il gel di Aloè vera nella cura di piccole ustioni, tagli, abrasioni, e nel trattamento delle irritazioni vaginali. Uno studio su 5000 soggetti ha concluso per effetti positivi nella diminuzione dei fattori di rischio cardiologici per pazienti cardiopatici. Il lavoro ha mostrato che l'aggiunta alla dieta di Isabgol (che aumenta la quantità delle feci) e gel di Aloè provoca una riduzione della lipemia, con diminuzione del colesterolo totale e dei trigliceridi, aumento della frazione HDL del colesterolo e un tamponamento delle fluttuazioni della glicemia nei diabetici. Una ricerca effettuata su Mediine nel gennaio 1998     non ha evidenziato ulteriori studi sugli effetti dell'Aloè sull'assetto lipidico e il rischio cardiologico. Alcuni studi hanno mostrato una riduzione delle fluttuazioni glicemiche in animali diabetici dopo assunzione di Aloè, ma sono necessari altri studi per investigare su queste caratteristiche nell'uomo21.

Sicurezza d'impiego

La sicurezza d'impiego dell'aloè è un'altra questione interessante. Studi sulla tossicità genica hanno dimostrato che lassativi a base di aloè espongono al rischio di cancro nell'uomo quando usati per lunghi periodi e a dosaggi elevati. I prodotti a base di Aloè possono essere utilizzati per bocca come integratori alimentari, ma non hanno l'approvazione della FDA per l'impiego come farmaci. Attualmente l'unico impiego sicuro dell'Aloè vera (se utilizzata in modo appropriato per questo scopo) è come lassativo stimolante. La FDA raccomanda ulteriori studi sugli effetti e la sicurezza d'impiego dell'aloè. Sono stati riportati casi di morte in pazienti affetti da cancro e trattati da medici (cui è stata revocata la possibilità di esercitare la professione) con iniezione e.v. di preparati a base si Aloè vera. La somministrazione parenterale di Aloè vera è illegale negli Stati Uniti, ma a volte malati disperati si recano in altri paesi con una legislazione meno severa nei confronti di supposte o altro tipo di preparazioni la cui vera efficacia non è dimostrata.

Impiego in dermatologia

In dermatologia l'Aloè ha un'efficacia reale e notevole. Il suo impiego risale al 1942 quando un ingegnere chimico americano, Rodney Stockton curò una grave ustione dovuta al sole della Florida con una polpa gelatinosa estratta dall'aloè vera. Proseguì le ricerche e riuscì a stabilizzare il gel (per evitarne l'ossidazione). Dagli anni '50 sono moltissime le ricerche sull'impiego dell'aloè in dermatologia, in particolare nella cura delle ustioni dove i risultati sono eccellenti (da citare nel 1995 la cura delle vittime dell'attentato di Oklahoma City da parte del dott. T. Moore che aveva all'attivo già 4.000 casi di ustioni trattati in tal modo). Attualmente l'aloè vera è utilizzata per curare23:

  ustioni

  escoriazioni

  cicatrici

  scottature ed eritemi solari

  pelli secche, arrossate e screpolate (come idratante)

  ragadi (anali e non


 

 

Molti prodotti con nomi commerciali blasonati si basano su l'Aloè vera. Purtroppo ne contengono percentuali minime. Per la massima efficacia occorre usare aloè concentrata in gel (almeno 0,5-2%). Alcune (pochissime) guarigioni di psoriasi di pazienti che hanno usato l'aloè hanno inserito la patologia fra quelle curabili con l'aloè. In realtà per la legge di guarigione totale ciò è del tutto arbitrario. Purtroppo sono casi isolati in cui (vista anche la componente psicosomatica della patologia) non si sa fino a che punto il trattamento con l'aloè non sia giunto casualmente in un momento in cui la malattia sarebbe comunque regredita. Purtroppo l'applicazione dell'aloè su vasta scala non ha dato risultati soddisfacenti. Esistono alcune ricerche (fra le ultime quella dell'università di Padova del 2000)24 che avrebbero rilevato l'utilità dell'aloè vera (o meglio, di alcuni derivati, l'aloe-emodina) in alcuni tipi di tumori (per esempio quelli infantili). In realtà si tratta di studi su animali (e nei decenni di sostanze anticancro su animali ne sono state studiate centinaia!) e gli stessi ricercatori mettono in guardia dai facili entusiasmi.

Dire che l'aloè ha proprietà antitumorali (se una sostanza ha accertate proprietà antitumorali la si impiega nella cura, non nella ricerca) è quindi ottimistico e scientificamente falso: è corretto dire che esistono linee di ricerca che stanno studiando la pianta. L'alore sembra dotata di proprietà antisettiche. Queste proprietà sono desunte dal fatto che l'aloè contiene la barbaloina, la isobarbaloina, l'acido aloetico, l'emodina, l'acido cinnamico, l'acido crisofanico. In realtà il contenuto di queste sostanze è percentualmente non significativo se si usano preparati naturali e non farmacologici (il principio è lo stesso del mirtillo o della carota che "fanno bene alla vista", ma praticamente non curano nessuna patologia oculare). Una ricerca condotta su pelle artificiale (un tessuto ottenuto facendo moltiplicare in vitro i cheratinociti umani) ha dimostrato che i componenti delle glicoproteine estratte dall'aloè sono in grado di stimolare la formazione del tessuto epidermico promuovendo la formazione di nuove cellule. Non solo quindi una funzione di trattamento del sintomo (l'arrossamento e l'inaridimento della zona offesa) ma un'azione terapeutica provata dal fatto che nel tessuto a contatto con il principio attivo si osserva un aumento del fattore di crescita epidermico, di fibronectina e keratina e dei recettori cellulari cui queste sostanze si legano fisiologicamente    .

Le preparazioni a base di aloè vera dunque possono essere impiegate in svariate situazioni. Per esempio, uno studio britannico aveva dimostrato come anche le ferite dovute a interventi di dermoabrasione, cui si ricorre per cancellare le rughe dal volto, mostrano una guarigione più rapida se trattate in questo modo. Ma accanto alla rapidità della guarigione si osserva anche la prevenzione degli esiti cicatriziali più fastidiosi dal punto di vista cosmetico, come la formazione di cheloidi (cicatrici rilevate dovute a irregolare deposizione del collagene) o di aree depigmentate. Per questo, l'aloè può accelerare e migliorare solo parzialmente la guarigione delle ferite post-operatorie. Inoltre queste preparazioni hanno trovato impiego anche in ambito ospedaliero, principalmente nella cura e nella prevenzione delle piaghe da decubito, cioè le lesioni della cute che si formano per la prolungata immobilità a letto26. Di recente si è ipotizzato che il gel d'Aloè può essere utile in campo tricologico. Un prodotto topico con il 96% di gel d'aloè ed aggiunta di altri componenti (niacina, pantenolo, Vitamine A, E, B5, ed acido linoleico), si è dimostrato efficace in corso di calvizie comune27. Di recente abbiamo avuto esperienze positive con impiego di un topico cremoso evanescente a base di gel d'Aloè (all'1%), unitamente a tetracicline a basso dosaggio per os, nel trattamento di alcuni casi di dermatite granulomatosa pluriorifiziale. Questa patologia, di incerta etiologia, è considerata da alcuni una variante della dermatite seborroica, da altri una varietà di rosacea    . All'esame obiettivo si evidenzia una eruzione cutanea, talvolta unilaterale, con elementi di natura eritematosa, di 1-2 mm di diametro, disposti intorno alla bocca e nelle pieghe nasolabiali, che possono estendersi al mento o al labbro superiore cutaneo. È possibile che la sintomatologia si allarghi anche alla fronte, alla glabella e alle guance (Foto 1). La variante perioculare, al contrario, coinvolge principalmente le palpebre e talvolta le guance.

Il decorso è vario e capriccioso e a periodi di acuzie possono seguire momenti di apparente miglioramento. Come inizio della sintomatologia la paziente riferisce un senso di fastidio nell'area intorno alla bocca, un lieve prurito e lievi sensazioni di bruciore, subito dopo insorge l'eritema che tende a essere persistente nel tempo. A seconda della tipologia delle lesioni il quadro clinico si può presentare con la prevalenza di elementi eritematoso-papulosi, papulo-vescicolosi o papulo-pustolosi, irregolarmente distribuiti e raggruppati. Spesso gli elementi vanno incontro a desquamazione con note seborroiche e possono esitare in iperpigmentazioni. A seguire, nella stessa sede si sovrappongono nuove eruzioni determinando un andamento a carattere cronico. Si è già detto che l'eziologia è sconosciuta e che è difficile indicare la causa primaria e quella che determina il riacutizzarsi della sintomatologia. Nel tempo l'attenzione si e' appuntata sull'uso di cosmetici locali, di cortisonici topici o dentifrici fluorati o di contraccettivi orali. C'è' chi ha scommesso su una iperattività agli ormoni sessuali, e chi l'ha collegata a una intolleranza alla luce. Non mancano ipotesi di un'origine batterica, forse il bacillus fusiformis, o relative a un'infezione da Candida albicans probabilmente di origine orodentaria. Inoltre, se tanti anni fa si chiamavano in causa turbe intestinali quali il malassorbimento, oggi va di moda ricorrere a una spiegazione che ne attribuisce la possibile colpa all'Helicobacter pilori presente nello stomaco. Non manca la scuola di pensiero che ne mette in evidenza una componente psicosomatica    . Come già detto in alcuni pazienti da noi selezionati, senza segni di gastropatia né familiarità seborroica o rosacea, l'impiego di minociclina (100 mg per os/die) e di un topico (bis in diem) a base di Aloè vera, ha determinato scomparsa dell'affezione in 6-10 settimane di terapia.

 

A L O E

 

ALOE: usato da 3.500 anni e non del tutto conosciuto. ALOE VERA: Il ritorno della pianta dell’immortalità In questi ultimi anni si assiste ad un crescente interesse verso l’Aloe Vera anche se nei Paesi Anglosassoni l’Aloe veniva utilizzata regolarmente in medicina naturale già dai primi anni ottanta. Il termine più appropriato da utilizzare è, in realtà, riscoperta in quanto l’Aloe ha una lunga tradizione di utilizzo come pianta curativa che ci riporta indietro nel tempo di migliaia di anni. Esistono significative testimonianze relative all’utilizzo dell’Aloe vera da parte dell’uomo risalenti al 4.000 a.C. (Tempio Egizio), al 2.100 a.C. (tavoletta Sumerica) ed ancora al 1.550 a.C. (Papiro di Ebers). Nel corso della storia l’Aloe si è circondata di un alone di misticismo e sacralità presso quasi tutte le civiltà ed i popoli che l’hanno utilizzata, facendo così pervenire a noi oggi anche colorite informazioni aneddotiche. L’importanza che l’Aloe ha rivestito in passato si comprende dai modi in cui veniva chiamata presso le varie civiltà: Pianta dell’immortalità (Egizi); Guaritrice Silenziosa (Indiani D’America); Giglio del Deserto (Arabi); Elisir di Gerusalemme (Cavalieri Templari). COS’E’ L’ALOE VERA? Con il termine Aloe si indicano oltre 360 specie diverse di piante grasse. Pur essendo simile ad un cactus, l’Aloe appartiene alla Famiglia delle Liliacee come l’asparago, l’aglio, il porro, la cipolla, anch'esse piante con spiccate e documentate proprietà curative. L’Aloe è originaria delle zone aride e assolate dell’Africa settentrionale, Spagna, Indonesia, India, Caraibi, Australia, Messico e sud degli USA. Ha l’aspetto di una pianta succosa di notevole mole (30-70 cm), con foglie carnose a forma di spada ma concave ed un po’ incurvate in fuori, aculeate al margine, riunite a rosetta quelle basali. Numerose sono le specie di Aloe diffusamente conosciute: Aloe Barbadensis Miller (o vera), A. Saponaria, A. Arborescens, A. Ferox e molte altre ancora. Solo poche però vengono utilizzate per le loro proprietà terapeutiche. I COSTITUENTI DELLA FOGLIA DI ALOE VERA. Se si seziona una foglia di Aloe se ne possono osservare i principali costituenti. Gli strati principali sono senza dubbio un duro rivestimento esterno (che serve alla pianta per proteggersi dalle aggressioni del mondo esterno e per trattenere il liquido consentendole di sopravvivere in condizioni ambientali estreme), una pellicola ricca di antrachinoni (o aloina), una densa sostanza gelatinosa (che rappresenta il cuore nonché il nutrimento della pianta). ALOINA E GEL: I PRINCIPI ATTIVI DELL’ALOE VERA. La foglia è la parte della pianta che contiene la maggior parte di principi attivi anche se non si può escludere che questi siano presenti in altre parti. Le sostanze attive più significative sono due: 1- I composti antrachinonici ormai noti come Aloina. 2- Il gel. L’Aloina è un fluido giallastro composto da sostanze a basso peso molecolare che ha la proprietà di diffondersi rapidamente e provocare spesso risposte violente da parte dell’organismo. Per tale motivo può danneggiare alcuni meccanismi cellulari ed anche comprometterli definitivamente. L’Aloina possiede anche una certa attività battericida e fungicida (molto aggressiva e tossica per tutto l’organismo) ma per questi scopi esistono altre sostanze naturali più efficaci e meno tossiche. La forte azione di stimolo delle funzioni corporee si manifesta a livello intestinale come una drastica azione purgante. L’Aloina ha anche proprietà emmenagoghe ma si tratta di un’azione di breve periodo, in grado di risolvere problemi contingenti ed acuti e non di regolarizzare l’organismo. Essa stimola inoltre la produzione di PG2 e quindi agisce come agente infiammatorio. Nella scelta di un succo di Aloe o di un gel per uso esterno, è quindi consigliabile accertarsi che l’Aloina sia stata rimossa in modo corretto dalla foglia durante il processo di lavorazione. La foglia succosa dell’Aloe è una specie di dispensa (una gobba di cammello) che racchiude tutto quello che le serve per sopravvivere in climi estremi dove l’acqua ed i nutrienti essenziali alla vita scarseggiano. Questo aiuta a capire perché il gel di Aloe è tanto ricco di sostanze preziose. I componenti principali si distinguono in: 1- Acqua 99,4%. 2- Parte solida 0,6%. Il gel è infatti un fluido a bassa concentrazione di solidi solubili; l’erba, per fare un confronto, ne contiene almeno il 7-10%. La parte solida (0,6%) è composta da varie sostanze, sia a basso che ad alto peso molecolare. Fra i composti a basso peso molecolare troviamo: 1- zuccheri semplici (0,28%): sono la componente principale (quasi il 50% del totale). Nel dettaglio: 95% di glucosio e 5% di fruttosio. 2- amminoacidi: ne sono presenti almeno 17 ( forse 20) tipi diversi. Secondo alcune teorie, la componente amminoacidica contribuisce alla cicatrizzazione dei tessuti e stimola la fagocitosi. In realtà la presenza di amminoacidi è quantitativamente troppo bassa perché eserciti queste funzioni. 3- minerali (0,103%): è vero che l’Aloe Vera contiene una gamma molto vasta di minerali ma la quantità di ogni singolo minerale è molto bassa e quindi difficilmente svolgerà un ruolo significativo nei processi terapeutici per cui l’Aloe è apprezzata. 4- ormoni vegetali: sono essenzialmente di due tipi (Gibberellin e Indole-3-Acetic Acid o “Auxin”) ed è stato provato che stimolano la crescita ed i processi di cicatrizzazione nei tessuti vegetali ed anche in quelli animali. 5- acido salicilico: è presente ma in quantità troppo basse per essere attivo. 6- steroidi vegetali: queste sostanze hanno un’azione anti-infiammatoria simile ai farmaci steroidei. Per comprendere l’attività dell’Aloe vera, la componente ad alto peso molecolare è senza dubbio più significativa. I composti più importanti sono: 1- polisaccaridi: quando la pianta è matura, il tenore dei polisaccaridi nel gel è pari a 0,0552% che corrisponde a circa 552 mg per litro (questo aumenta nei prodotti concentrati). Gli zuccheri principali che vanno a costituire i polisaccaridi sono il glucosio ed il mannosio. L’attenzione si concentra soprattutto su un particolare tipo di zucchero complesso: il Glucomannano (o Acemannano). 2- glicoproteine: sostanze contenenti sia elementi dei polisaccaridi che delle proteine. 3- acidi organici (0,143%): acido lattico, isocitrico, malico, succinico. Sono sostanze a basso peso molecolare ma aderiscono ai componenti ad alto peso molecolare. 4- enzima bradichininasi: la bradichinina è una sostanza costituita da una catena di amminoacidi che ha l’effetto di aumentare la permeabilità vascolare e, in questo modo, di favorire i processi flogistici. L’enzima bradichininasi ha la funzione di rompere questa sostanza e quindi svolge un’azione antinfiammatoria; essendo un biocatalizzatore non serve in quantità elevate per essere attivo. Un sistema approssimativo per misurare l’efficacia del gel di Aloe vera è prendere come riferimento il contenuto di Mucopolisaccaridi (MPS) che corrisponde all’incirca alla frazione ad alto peso molecolare. In realtà questa misurazione non è precisa perché anche la componente a basso peso molecolare ha una certa attività biologica. LE TRE IMPORTANTI FUNZIONI DELL’ALOE VERA. La vasta aneddotica che circonda l’Aloe ha fatto perdere di vista i veri meccanismi d'azione della pianta a favore di immagini leggendarie in cui l’Aloe diventa una pozione magica in grado di risolvere tutti i mali. L’obiettivo di questo capitolo è fornire informazioni scientifiche corrette o, quantomeno, sostenute da una seria letteratura medico-scientifica, da test ed esperimenti. Le tre principali funzioni svolte dall’Aloe sono: - Funzione antinfiammatoria - Funzione cicatrizzante - Funzione immunostimolante Da queste, e soprattutto dall’azione di stimolo delle difese immunitarie, derivano molti benefici su diverse funzioni dell’organismo noti come “Effetto a cascata”. ALOE… E AZIONE ANTINFIAMMATORIA E’ forse la funzione più documentata. Il gel di Aloe svolge una delicata azione calmante, lenitiva e rinfrescante sui tessuti infiammati riducendo il dolore. Questo succede indipendentemente dalla causa e dalla natura dell’infiammazione. Si hanno ottimi risultati sia su infiammazioni acute di natura traumatica che su infiammazioni croniche della pelle e delle mucose. Le stesse manifestazioni allergiche, che nella loro fase reattiva hanno sempre una componente infiammatoria reagiscono bene alla somministrazione/applicazione esterna del gel di Aloe. L’azione antinfiammatoria naturale dell’Aloe vera è almeno pari a quella dei farmaci di sintesi a base di steroidi, con il vantaggio che non introduce nell’organismo sostanze indesiderate e non produce tossine. Inoltre, come vedremo, l’Aloe vera svolge anche una funzione di stimolo delle difese immunitarie, assente nei comuni farmaci antinfiammatori. In generale tutte le malattie croniche che richiedono la somministrazione di steroidi reagiscono positivamente all’Aloe. L’attività antiflogistica dell’Aloe vera ha un carattere prettamente negativo, inibitorio. Le sostanze responsabili sono: steroidi vegetali: il grande limite dei farmaci antinfiammatori è quello di ostacolare i processi di cicatrizzazione dei tessuti. La cicatrizzazione è infatti un processo di natura diversa e dipende dalla moltiplicazione delle cellule che ripristinano i tessuti danneggiati. L’Aloe vera è quindi superiore in quanto svolge le due funzioni: antinfiammatoria e cicatrizzante. Gli steroidi vegetali sono tre: Luppolo (37%), Beta-Sitosterolo (31,1%) e Campesterolo (24,2%). Essi agiscono deprimendo la sintesi del colesterolo nei linfociti. enzima bradichininasi: inibisce la formazione di una sostanza che stimola le infiammazioni. inibitore di PG2: una terza modalità di azione consiste nell’inibizione di agenti infiammatori quali le prostaglandine di tipo 2. I casi in cui l’azione antinfiammatoria dell’Aloe vera è importante sono: ferite, scottature, geloni, lesioni da radiazioni, traumi sportivi, malattie della pelle, estrazioni e cure odontoiatriche, gengivite, disturbi del cavo faringeo, epatite, ulcera peptica, ulcere alle gambe, diabete e relative complicanze, artrite, problemi infiammatori del sistema digerente, punture d’insetto, applicazioni post-chirurgiche, eritemi, lupus eritematoso, gotta, forfora, strappi muscolari, storte e mialgie. ALOE… E AZIONE CICATRIZZANTE Pur essendo complementare all’azione antinfiammatoria, i meccanismi in cui l’Aloe favorisce la cicatrizzazione dei tessuti sono di natura molto diversa, non più inibitori bensì di stimolo positivo delle cellule adibite alla formazione e alla riparazione dei tessuti. Questo processo ha diversi aspetti in comune con l’azione immunostimolante. Sono almeno due i modi in cui la cicatrizzazione viene favorita: n i principi attivi vanno ricercati nella frazione ad alto peso molecolare e soprattutto nei polisaccaridi composti da mannosio o Glucomannani. Essi agiscono stimolando l’attività dei macrofagi, favorendo la crescita delle cellule e dei tessuti nonchè la proliferazione dei fibroblasti e delle loro attività. In particolare il glucomannano interagisce con speciali recettori posti sulla superficie delle cellule adibite alla riparazione dei tessuti danneggiati. Il glucomannano agisce anche aumentando la sintesi del collagene. n gli ormoni vegetali dell’Aloe accelerano i processi di cicatrizzazione stimolando la riproduzione cellulare. I casi in cui l’azione cicatrizzante dell’Aloe vera è importante sono gli stessi in cui è desiderata l’azione antiflogistica. ALOE… E AZIONE IMMUNOSTIMOLANTE Le conseguenze benefiche sull’organismo di un sistema immunitario forte ed efficiente sono molte. Fra i casi in cui le difese immunitarie giocano un ruolo importante si possono citare i tumori, le intossicazioni sistemiche, le malattie autoimmuni, i problemi intestinali. Esiste una costante relazione fra chi soffre di problemi di carattere immunitario (come Sindrome da Fatica Cronica, Candidosi sistemica, Infezioni da HIV) e disfunzioni digestive. Anche se allo stato attuale delle conoscenze non si è ancora stabilito con certezza quale sia il nesso di causalità, è sicuramente appurato che una cattiva digestione compromette ulteriormente l’attività immunitaria. L’Aloe vera oltre a esercitare un’azione di stimolo, favorisce la normalizzazione delle funzioni digestive. Un altro importante ambito in cui le difese immunitarie sono fondamentali è quello delle allergie: qui non si tratta tanto di insufficienza delle difese immunitarie quanto della loro capacità di distinguere fra agenti dannosi e non. Ogni giorno le nostre difese devono combattere diversi tipi di batteri, virus, tossine e prodotti di scarto che si accumulano nel corpo. Un modo in cui i germi e le tossine vengono eliminati è la fagocitosi e quindi tutto ciò che stimola questo processo contribuisce all’efficienza delle difese del nostro organismo. L’Aloe ha detta proprietà e anche in questo caso la sostanza immunostimolante è il Glucomannano. Il Glucomannano (chiamato anche Acemannano) svolge un’azione positiva stimolando i recettori posti sulla superficie delle cellule del sistema immunitario. In particolare ha due effetti: - stimolo della fagocitosi. - promozione della cooperazione fra monociti e cellule T. Esiste un’ampia letteratura e casistica che sostiene la funzione immunostimolante dell’Aloe e dimostra che l’intensità dello stimolo è proporzionale alla quantità di Aloe vera usata e alla durata del trattamento. I casi in cui l’azione immunostimolante dell’Aloe vera è importante sono: infezioni batteriche-virali-fungine, artrite, ferite, scottature, epatite, disturbi digestivi, problemi intestinali, diabete di tipo 2, problemi della pelle (dermatiti, psoriasi, eczemi, ecc.), condizioni di immunodeficienza (sindrome da fatica cronica, candidosi sistemica, infezione da HIV), acne, herpes simplex, piede d’atleta, verruche, infezioni delle vie respiratorie, vaginiti, verruche vaginali, prurito anale, ulcere delle gambe. L’EFFETTO A CASCATA L’informazione alquanto superficiale che oggi viene fatta sull’Aloe dà l’impressione che questa pianta sia la panacea di tutti i mali. In quanto precedentemente esposto si è cercato di illustrare correttamente le modalità di azione dell’Aloe e di spiegare la sua utilità in precise malattie e sintomatologie. Senza dubbio però l’Aloe vera è responsabile del cosiddetto “effetto a cascata”, che consiste in una serie di effetti secondari benèfici su tutti i processi organici derivanti più o meno direttamente dalle tre principali funzioni della pianta e dalle loro inevitabili interrelazioni e sinergie. Spesso si afferma che l’Aloe vera ha un effetto depurativo, disintossicante, rivitalizzante ed energetico. In effetti stimolando la fagocitosi si favorisce l'eliminazione di molte sostanze tossiche e di materiali di scarto, instaurando così un processo di progressiva disintossicazione. L’azione lenitiva, antinfiammatoria e cicatrizzante sulle pareti dello stomaco e dell’intestino comporta inoltre un sensibile miglioramento delle funzioni digestive alleviando molti sintomi fastidiosi, conferendo energia e maggiore vitalità. Infatti l’effetto energetico dell’Aloe vera non deriva tanto dall’apporto di nutrienti che, come si è visto, è quantitativamente esiguo, quanto dalla capacità di stimolare importanti funzioni fisiologiche. EFFETTO DELL’ALOE VERA SU ALCUNE IMPORTANTI MALATTIE E SINTOMI I casi citati sono quelli AMPLIAMENTE DOCUMENTATI DALLA LETTERATURA MEDICO-SCIENTIFICA in cui l’Aloe vera viene usata regolarmente, da anni, con successo. FERITE E LESIONI L’uso del gel di Aloe vera accelera la guarigione del 50%. Sono comprese lesioni della pelle, delle mucose e anche lesioni di origine non traumatica ma cronica. In questi ultimi casi si dovrebbe innanzitutto identificare e rimuovere la causa della lesione e procedere poi a curare i tessuti. Risultati molto significativi si hanno anche con le scottature da radiazione e da calore. ULCERE DELLE GAMBE E DERMATOSI Le ulcere delle gambe vengono curate molto bene con il gel di Aloe. Risultati si sono avuti anche in casi di dermatiti, psoriasi, seborrea, acne e alopecia utilizzando il puro gel o prodotti cosmetici (sapone, shampoo, creme, lozioni) costituiti per un’elevata percentuale da puro gel di Aloe vera (almeno il 70%). DIABETE L’Aloe vera ha evidenziato uno spiccato effetto ipoglicemico e contribuisce alla risoluzione di svariate complicanze del diabete. Uno studio effettuato su pazienti affetti da diabete - non insulino dipendente - dimostra che si è avuta una riduzione del tasso di glucosio da 273 mg/dl prima del trattamento a 151 mg/dl dopo il trattamento, con i livelli di insulina invariati. Ciò viene interpretato come efficace capacità dell’Aloe vera di migliorare la risposta dei tessuti verso l’insulina che già circola nel sangue. ULCERA PEPTICA E’ questa una delle applicazioni più diffuse dell'Aloe vera. Infatti l’assunzione regolare del succo porta nella quasi totalità dei casi ad una completa guarigione. E’ significativo uno studio giapponese su 12 pazienti che utilizzarono il gel di aloe come unico rimedio (1963). Dopo un anno di trattamento il 100% dei pazienti era guarito. Relativamente a questo problema (e a molti altri) si avverte la forte ostilità delle case farmaceutiche, che vendendo come principi attivi molecole di sintesi non hanno alcun interesse economico a riconoscere o a promuovere una sostanza naturale e quindi non brevettabile. DISTURBI A CARICO DELL’APPARATO DIGERENTE L’assunzione di 170 ml di gel (circa 45 ml di succo concentrato 4:1), suddiviso in tre momenti diversi della giornata, per un periodo di 7 giorni in un campione di pazienti che non aveva apportato altre modifiche alla propria alimentazione e allo stile di vita, ha comportato questi risultati: 1.- Riduzione del 40% dell’attività putrefattiva e maggiore assimilazione delle proteine. 2.- Miglioramento della composizione della flora batterica intestinale (è importante notare che questo risultato è stato ottenuto senza utilizzare fermenti lattici o supplementi analoghi; l’Aloe riesce a creare un’habitat ideale per la sopravvivenza e proliferazione di una sana flora batterica). 3.- Riduzione della gravità specifica delle feci pari a 0.37 unità, avvicinando così il valore a quelli ritenuti ideali. Ciò indica una maggior capacità di ritenzione di acqua da parte del contenuto fecale e un più rapido transito intestinale. Non si verificò nessun caso di diarrea a dimostrazione che l’Aloe correttamente distillato non ha effetto lassativo. Il più rapido transito intestinale fu interpretato come un miglioramento del tono muscolare dell’apparato digerente. 4.- Pronunciata riduzione dell’acidità gastrica evidenziata da un aumento del pH gastrointestinale di 1.88; ovviamente questo effetto è benefico in tutti i casi di iperacidità. Dallo studio emerse anche che i soggetti in cui il pH variò in modo più significativo erano quelli che già soffrivano di iperacidità. Questi dati aiutano a capire il ruolo dell’Aloe vera in patologie quali ulcere duodenali e gastriche. DEPURAZIONE E DISINTOSSICAZIONE L’Aloe vera svolge azione sia depurativa che disintossicante. Anche in questo caso si tratta di un processo positivo, di stimolo delle difese immunitarie e di miglioramento delle funzioni digestive. In particolare, i meccanismi che vengono attivati sono: 1.- l’Aloe vera stimola la fagocitosi, ovvero promuove l’azione di alcune cellule difensive del corpo. Attraverso la fagocitosi, vengono eliminati virus, batteri, ma anche pericolose sostanze nocive fra cui tossine, cellule morte e prodotti di scarto. 2.- l’Aloe vera stimola il metabolismo cellulare (promuove la crescita cellulare, sollecita la sintesi proteica e la costruzione dei tessuti). 3.- l’Aloe vera stimola la digestione (migliora l’assorbimento, riduce i batteri e l’attività putrefattiva, regolarizza il pH intestinale, vivifica la funzionalità del pancreas e dell’intestino, promuove l’eubiosi). INFEZIONI BATTERICHE E FUNGINE L’Aloe vera non agisce come germicida, però si rivela molto utile in casi di infezione. La letteratura riporta di notevoli miglioramenti in soggetti con infezioni virali in quanto l’Aloe aumenta la capacità dell’organismo di resistere alle infezioni. Diversi studi sono ancora in atto al momento, ma ne esiste uno molto significativo sul virus dell’AIDS. Fu condotto nel 1990 su 29 pazienti affetti da AIDS conclamato cui si somministrò succo di Aloe vera + Acidi Grassi Essenziali: ne risultò un notevole miglioramento dello stato immunitario. L’esperimento durò sei mesi e i pazienti furono sottoposti ad esami di laboratorio a 30-60-90-180 giorni dall’inizio del trattamento: tutti risultarono migliorati al novantesimo giorno e 27 di essi evidenziarono un ulteriore miglioramento alla fine del trattamento. La loro qualità della vita, misurata con il metodo Karnosky, passò dall'8,97% iniziale al 92,41% alla fine del trattamento. Il glucomannano dell’Aloe è senza dubbio la sostanza più importante e indicata a far comprendere l’attività benefica della pianta. Da studi ed esperimenti di laboratorio emerge che l’esposizione al glucomannano protegge i globuli bianchi dagli attacchi del virus. La riproduzione del virus risulta inoltre rallentata così come il grado di infettività. ALTRI CAMPI DI UTILIZZO DELL’ALOE VERA Esistono svariate patologie in cui è plausibile ritenere che l’impiego del gel di Aloe possa avere risultati positivi. SCLEROSI MULTIPLA avendo una forte componente autoimmune ed una infiammatoria, appare evidente che l’Aloe possa risultare utile. MORBO DI CHRON si manifesta con una forte infiammazione ed un cattivo funzionamento dell’intestino, soprattutto quello tenue. E’ implicato lo stato di efficienza del sistema immunitario. IPERTIROIDISMO l’iridologia evidenza una similitudine fra condizioni infiammatorie. Pur essendo di natura speculativa, si può affermare che l’azione antinfiammatoria dell’Aloe può giovare anche a chi soffre di ipertiroidismo. L’ipertiroidismo ha inoltre anche risvolti di carattere immunitario. CONDIZIONI ALLERGICHE poiché normalizza le funzioni del sistema immunitario e riduce le infiammazioni l’Aloe vera può essere usata in casi di allergia. Naturalmente la causa alla base dell’allergia va rimossa. DISTURBI EPATICI esistono due studi sull’efficacia dell’Aloe in casi di cirrosi in quanto favorente la rigenerazione del fegato. Attualmente l’Aloe viene usata nel trattamento di gravi e croniche MALATTIE EPATICHE.... L’IMPORTANZA DELLA SCELTA DI UN PRODOTTO DI QUALITA’ !!! Qui di seguito si utilizza il termine succo per indicare il gel di Aloe vera da usarsi internamente mentre il termine gel per lo stesso prodotto da usarsi topicamente. UN SUCCO DI BUONA QUALITA' dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche: - CERTIFICAZIONE BIOLOGICA (da ente ufficiale): l’Aloe vera è una pianta succulenta che trattiene al proprio interno tutto quello che riceve dall’esterno e quindi anche eventuali sostanze indesiderate. - LAVORAZIONE CORRETTA: a freddo e a mano. - ASSENZA DI ALOINA - NON PATORIZZAZIONE: la pastorizzazione danneggerebbe i delicati polisaccaridi che sono responsabili di gran parte delle proprietà della pianta. - Modalità di concentrazione: essendo l’Aloe vera costituita per oltre il 99,4% da acqua, SI PREFERISCE UN PRODOTTO CONCENTRATO in modo che la quantità di principi attivi sia maggiore. E’ importante che la concentrazione avvenga in modo naturale, su grandi stufe a temperatura medio-bassa e non con solventi chimici, anche se quest’ultimo procedimento è molto più economico. - BOTTIGLIA PROTETTIVA: l’Aloe vera è estremamente fotosensibile, quindi vanno scelti prodotti con bottiglie non trasparenti. DOSAGGI E MODALITA’ D’USO USO INTERNO: in base alla qualità del prodotto, mediamente circa 40/60 ml al di USO ESTERNO: puro gel o creme (alta concentrazione di Aloe). Irrigazioni Coloniche: supporto all’utilizzo per via interna. Azione sinergica: l’Aloe sviluppa importanti sinergie con altre piante e sostanze naturali. Anche in questo caso esistono in commercio succhi di Aloe vera a cui sono aggiunte erbe ad azione disintossicante ed immunostimolante o erbe ad azione lenitiva e cicatrizzante. “Aloe: usato da 3.500 anni, ma ancora non del tutto conosciuto”