SALVIA SALVIA OFFICINALIS




Famiglia: Lamiaceae (labiatae)
Pianta officinale, alimentare
Parte utilizzata: Foglie, fiori.

PRINCIPI ATTIVI
Olio essenziale (alfa e beta tujone, alfa e beta pinene, limonene, canfora, cineolo, borneolo ecc..); acidi fenolici: ac. rosmarinico, ac. clorogenico, ac. caffeico; principi amari: picrosalvina, salvina; flavonoidi: glucosidi dell’ apigenina e della luteolina; triterpeni: betulina ecc.; diterpeni. plistano; eta-sitosterolo colina, tannini (fino all’otto %).

PROPRIETA'’
Ha attività antispasmodica, colagoga-coleretica. Piccole quantità di olio essenziale inibiscono le contrazioni dell’ileo di cavia indotte per stimolazione elettrica, inibiscono anche lo spasmo della muscolatura liscia provocato dall’istamina, acetilcolina, serotonina. L’olio essenziale ha anche azione antimicrobica. All’acido rosmarinico e alla picrosalvina è attribuita l’azione antiossidante. Amaro-tonica stimolante nelle forme dispeptiche e nell’atonia gastrointestinale in particolare in soggetti affaticati sia fisicamente che intellettualmente. Emmenagoga, capace di regolarizzare il flusso mestruale, calmare i disturbi dolorosi della menopausa; attività dovute alla probabile presenza di frazioni estrogeniche. E’ stata provata l’attività antiidrotica, dovuta principalmente all’olio essenziale che sarebbe in grado di paralizzare le terminazioni nervose periferiche delle ghiandole sudoripare, si ipotizza anche un meccanismo d’azione centrale. L’attività antiidrotica si manifesta dopo alcune ore e può durare per alcuni giorni. E’ efficace nel ridurre l’eccessiva formazione di catarro nei disturbi bronchiali. Gli viene attribuita anche un’azione ipoglicemizzante, e sarebbe in grado di bloccare la secrezione lattea.

Coadiuvante per:
Dispepsia, atonia gastrointestinale, meteorismo, amenorrea, dismenorrea , iperidrosi.

NOTE
Controindicata in gravidanza, allattamento (riduce la produzione di latte), nell’ipertensione, in caso di insufficienza renale e nell’instabilità neurovegetativa. L’olio essenziale è neurotossico. Responsabili sarebbero tujone e canfora. La tossicità sarebbe dovuta ad un’inibizione del metabolismo ossidativo dei neuroni. Somministrata per periodi lunghi a basse dosi, provoca negli animali improvvise convulsioni. Si consiglia perciò di alternare 15 - 20 giorni di assunzione con dieci giorni di riposo.